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Il tardivo deposito dei bilanci può determinare l’esclusione dalla gara?

Il Consiglio di Stato, sez. V, con sentenza n. 671 del 02 febbraio 2018 ha ribadito il principio secondo cui il tardivo deposito dei bilanci presso l’ufficio del registro delle imprese, non può costituire una nuova causa di esclusione dalla gara se ciò non è espressamente previsto dalla lex specialis.

Nel caso in specie, infatti, il disciplinare di gara, quanto al requisito della capacità economico- finanziaria, prescriveva che i concorrenti dovessero:

a) “essere in grado di produrre referenza bancaria di almeno un istituto bancario”;

b) “possedere un fatturato globale d’impresa, per servizi analoghi, realizzato nell’ultimo triennio”.

Nessuna norma del detto disciplinare stabiliva, tanto meno a pena di esclusione, che i bilanci eventualmente prodotti dai concorrenti dovessero essere stati depositati presso l’ufficio del registro delle imprese nei termini di legge.

Ed invero, in base ad un condivisibile orientamento giurisprudenziale “il principio di parità di trattamento e l’obbligo di trasparenza devono essere interpretati nel senso che ostano all’esclusione di un operatore economico da una procedura di aggiudicazione di un appalto pubblico in seguito al mancato rispetto, da parte di tale operatore, di un obbligo che non risulta espressamente dai documenti relativi a tale procedura o dal diritto nazionale vigente, bensì da un’interpretazione di tale diritto e di tali documenti nonché dal meccanismo diretto a colmare, con un intervento delle autorità o dei giudici amministrativi nazionali, le lacune presenti in tali documenti” (Corte Giustizia UE, Sez. VI, 2/6/2016, in C–27/15; si veda anche Cons. Stato, Sez. V, 18/1/2017, n, 194, seppur con riguardo alla problematica dell’omessa dichiarazione degli oneri di sicurezza aziendale)

Documento correlato: Consiglio di Stato, sez. V, sentenza n. 671 del 02 febbraio 2018